Vorrei essere anch’io impermeabile.
Vorrei essere come l’impermeabile giallo orrido di quella triste signora.
Vorrei proteggermi dalle intemperie.
Vorrei essermi particolarmente utile quando c’è vento.
Quando non ho un ombrello.
Non ho un riparo.
Vorrei essere giallo orrido come l’impermeabile della triste signora.
Ma sono color pallido morte.
In balia del vento e della pioggia.
E tutto tocca la mia cute.
E tutto l’attraversa.
E tutto la cambia.
E la macchia.
E la scuote.
La divora.
A niente trovo soluzione.
Affogo nei miei non lo so.
Nei miei non-progetti.
Nelle giornate che nascono senza senso.
E muoiono inerti.
Con indegno rispetto
Io non mi tocco.
Non mi difendo.
Non mi scopro.
Indifesa.
Sguarnita.
Impotente.
L’acqua mi macchia.
Erode le mie cellule.
Trasforma il mio corpo.
Scava il mio volto.
E con indegno rispetto
Io mi sciolgo.
Mi dissolvo.
Svanisco.
A me Filippo e Fabio piace questo post, nonostante il tuo logorarti.
Confermo a noi piace il tuo logorarti.
Che carini!
Impermeabile mi fa venire in mente questa:
A me non piace il tuo logorarti.
Chi è la signora con l’impermeabile giallo orrido che vorresti essere? Non glissare, però, so bene che ami le cortine fumogene: dici ma non parli, parli ma non dici. 🙂
Non te lo dico. 😛
Dai, l’acqua de divora costringe ad un mutamento che l’impermeabile permetterebbe comodamente di evitare.
In fin dei conti l’acqua non si può evitare; osservarla prima o poi porterà ad un particolare non ancora noto.
🙂
ho messo un “de” al posto di un “che”… sarà l’ora tarda….
Il tuo commento mi rasserena nonostante il “de” 🙂