Ministri in erba

Non penso di avere mai visto così tanta gente  tutta insieme. Dov’erano fino a ora? Perché non li ho mai visti?

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Rivogliamo i nostri soldi. Non li hai mai visti  perché non abbiamo mai avuto una causa in comune per cui scendere dalle nostre case tutti insieme.

Cos’è una causa?

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Rivogliamo i nostri soldi. Beh quando tu e Alfred decidete di vedervi a una certa ora per fare una certa cosa quella certa cosa per voi è una causa.

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Quando giochiamo a calcio?

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Anche per esempio.

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Quindi se io telefono a tutti i numeri della città per dire di scendere e giocare a calcio con me avrò una causa comune?

In qualche modo sì.

E allora potrò organizzare anche io una manistazione?

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Rivogliamo i nostri soldi. Non manistazione, ma-ni-fe-sta-zio-ne. Sì potrai organizzarla anche tu, non è per scoraggiarti ma non penso che avrà molto successo.

Perché?

Perché la causa comune deve essere forte. E soprattutto la gente manifesta quando è arrabbiata, non per giocare a calcio con te e Alfred.

Ma se io li invito gentilmente.

Magari funziona, prova.

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Sono tutti arrabbiati.

Rivogliamo i nostri soldi. Certo.

Perché?

Perché hanno perso un sacco di soldi, e ora non sanno come mantenere la famiglia.

Anche tu?

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Io non tanto.

Perché?

Perché sono stato fortunato.

Dove sono andati questi soldi?

Beh, nessuno lo sa. Si sa solo che un giorno i soldi erano in banca, poi la banca è scappata e si li è presi tutti con sé. E loro sono rimasti tutti senza soldi.

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Ah! Quindi la manistazione in realtà è solo un’insieme di persone che cercano la banca che è scappata. Si gioca a nascondino quindi non a calcio. Ma il calcio è più bello del nascondino.  Allora perché urlano, così la banca li sente e scappa, no?

La banca è sempre lì. La banca non si muove. Si muovono le persone che gestiscono la banca.

E si prendono anche i soldi?

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Rivogliamo i nostri soldi. Sì, si prendono anche i soldi.

Allora sarà facile trovarli. Avranno un sacco pesantissimo da portare. Ma forse sarebbe meglio divedersi se andiamo tutti nella stessa direzione, poi a questa velocità, quelli scappano in Brasile. Non è molto furbo.  Lo sai qual è la capitale del Brasile?

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Rivogliamo i nostri soldi. Brasilia.

Bravo. E della Tunisia?

Rivogliamo i nostri soldi. Tunisi.

Bravo. E dell’Algeria?

Rivogliamo i nostri soldi. Algeri.

Cavolo non ti sembra figo?

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Non molto.

Non mi diverte questa manistazione. La mia avrà più successo. Sai qual è la capitale del Burundi?

No.

Nemmeno io. Potrei fare una manistazione per l’Africa. La maestra ieri ci ha fatto vedere un video. C’erano dei bambini con le pance gonfie gonfie ma non erano ciccioni. Ha detto la maestra che la pancia si gonfia quando non mangi. Forse non ha detto proprio così, non me lo ricordo ma sarebbe carino fare una manistazione contro   la fame. Meglio di questo giocare a nascondino col ladro.

Sicuramente.

Ma se noi non ritroviamo la banca?

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Rivogliamo i nostri soldi. Non stiamo cercando la banca, e non stiamo nemmeno giocando a nascondino.

Allora cosa stiamo facendo? E perché urlano tutti?

Vogliamo che il governo ( te l’ho spiegato ieri cos’è il governo) trovi chi  ha rubato i soldi, siccome crediamo che chi ha rubato i soldi sia proprio il governo, in realtà vogliamo che il governo renda i soldi. E’ chiaro? Rivogliamo i nostri soldi. E’ come se Alfred ti rubasse il pallone. Tu lo rivorresti il tuo pallone?

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Oh certo, ma Alfred non è ladro.

Beh loro rivogliono i loro soldi.

Il governo è ladro?

Sì.

Ma scusa nonno come funzionava quella cosa della demononmiricordocosa era il popolo che sceglieva no?

Sì.

E il popolo ha scelto i ladri?

Sì.

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Che stupidi! Perché? Se Alfred fosse un ladro non sarebbe mio amico, però se fosse  Robin Hood allora sì.

Forse non sapeva che erano dei ladri, o sperava che non lo fossero. Chi è Robin Hood?

Un figo. Magari hanno fatto come Robin Hood, hanno preso i soldi per darli ai bambini in Africa.

Non credo. Robin Hood dà i soldi ai bambini in Africa?

Sì, come fai a non saperlo? Perché non credi?

Perché ho visto la casa che si è comprato il ministro G.

Magari ha lavorato tanto.

Magari.

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Nonno?

Sì…

A te il governo non ha rubato soldi, perché urli che vuoi i tuoi soldi?

Rivogliamo i nostri soldi. Per solidarietà.

Soliche?

Solidarietà.

E che cos’è?

Sentire gli altri dentro di sé.

Che vuol dire?

Se fanno un torto a un tuo amico è come se lo facessero a te. Potevamo essere noi a rimanere senza un soldo, siamo stati più fortunati, ma come fa la gente che ha perso tutto? Cosa mangeranno? Come andranno avanti?

Li si gonfierà la pancia?

Può darsi.

Nonno?

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Dimmi.

Voglio fare il ministro.

E’ un lavoraccio.

Posso farlo?

Oh certo, certo che lo puoi fare. Ma perché?

Perché non sono un ladro e così la gente non dovrà fare le manistazioni, non dovrà urlare e essere arrabbiata.

E’ un’ottima idea.

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Lavorerò per la felicità. Tutti dovranno sorridere e essere contenti. Non mi piacciono proprio le persone arrabbiate.

Bravo!

E se non riesco a fare il ministro?

Continuerai a manifestare.

Non mi piacciono le manistazioni, farò il ministro.

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

Rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi, rivogliamo i nostri soldi.

 

6 pensieri su “Ministri in erba

  1. Pero’ poi i bambini devono anche imparare come stanno le cose, cioè come le hanno fatte gli adulti. Ad esempio studiando le critiche a Hobbes ho scoperto che lo stato moderno e rappresentativo si regge su un patto sociale in cui la sovranità dovrebbe rappresentare la volontà di tutti. Tutti alienano la propria sovranità e la propria “libertà armata” in cambio della sicurezza per poter svolgere serenamente le proprie attività, come giocare a calcio. Il prolema è che questo preteso patto tra una sovranità e un’entità collettiva è tautologico nella sua forma. Infatti la sovranità deve essere preesistente per stipulare un patto. Se ne deduce, per tagliare moltissimo dritto al punto, che le persone quando vanno a votare il ministro ladro non hanno veramente scelta. Lo stato crea persone che vogliono lo stato, possibilmente fatto così. Poi pero’ sempre quando è troppo troppissimo tardi le persone possono avere la rivelazione inconscia dell’imbroglio di fondo e scegliere disparate strategie di lotta. La manifestazione, soprattutto se violenta, in un certo senso palesa il fatto che gli individui conservano in fondo la possibilità di uccidere, anche di uccidere il sovrano. E la manifestazione stessa disvela la possibilità di farlo agli stessi manifestanti, che così spesso si caricano e lottano insieme in una forza distruttiva.
    Ma ci sono a mio parere problemi di efficacia: 1 – il potere non risiede in un luogo preciso, hai voglia di prendere bastiglie…il che implica che: 2 – se per riavere i soldi da un governo come minimo lo devi fucilare, poi dopo che forma di governo scegli? se non ci hai pensato molto bene prima sceglierai la stessa identica, che pero’ farà lo stesso. 3 – per fucilare il governo hai messo i fucili in mano a persone che ora non te lo vogliono restituire

  2. Mica a caso Bobbio l’ha definito “scrittore maledetto” Hobbes.

    Hobbes partiva da un triste postulato: la bramosia naturale per cui ognuno pretende di godere dei beni di tutti, questo implica uno stato perenne di tutti contro tutti, che implica una totale assenza di relazioni umane, nel senso di umano, e rilega le relazioni tra uomini in un ambito bestiale. Al di là del fatto che noi sappiamo che non è così, perché io non sono contro di te, e tu non sei contro di me e questo è vero indipendentemente dallo Stato e dalle sue leggi. Noi sperimentiamo l’amore tutti i giorni, e non c’è Hobbes che regga a questo a mio parere. Il bisogno di sicurezza di cui tu giustamente parli per cui io farei un patto con lo Stato per potere godere di sicurezza, pace e tranquillità nonostante questo comporti una perdita parziale della mia libertà nasce proprio dal postulato per cui gli altri, quello che non è me, vogliono farmi del male, vogliono prendersi ciò che è mio e dal fatto che io riconosco in me lo stesso tipo di atteggiamento… ma se non fosse così? Se gli altri volessero stare bene e io anche e il mio bene andasse nella stessa direzione del tuo bene? Perché deve esserci per forza uno scontro? Perché deve esserci per forza guerra? Non mi piace l’idea dell’uomo secondo Hobbes, non mi piace proprio, e meno che mai mi piace il suo assolutismo politico. Credo che ci possano essere forme diverse e sostanze diverse nella gestione della Res Publica, basterebbe partire non dai fucili, ma dalle proposte, dalle idee, e dall’azione. Io non ho bisogno di sicurezza, ho bisogno di amore e di comprensione, e di qualcosa che mi sollevi, e questo non me lo può dare un patto con lo Stato, ma la mia capacità di mettermi in gioco, la mia capacità di stare in mezzo agli altri, di fidarmi, e la mia capacità di pensare e agire. Basterebbe partire dalla tua zingara. Come si spiegherebbe Hobbes la tua zingara?

  3. Non ho capito molto questa storia di Hobbes.

    Non penso che sia poi così facile l’azione, né veritiero il “Posso fare il ministro?” “Sì, certo” sinceramente. Non penso proprio.

  4. Forse mi sono spiegato male. La critica a Hobbes che sto studiando sostiene appunto che quello che dice Hobbes, o meglio quello che gli fanno dire comunemente i suoi interpreti, non regge come spiegazione storica né filosofica, anzi è ingannevole, ed è proprio in questa ingannevolezza che risiede l’efficacia storica dello stato moderno, che alla fine è molto simile a quello pensato da Hobbes: cioè ti rappresentiamo noi perchè tu hai liberamente scelto noi per decidere al posto tuo, e soprattutto per proteggerti (dai comunisti).
    Quel che tu dici, cioè proposte idee e azioni, è sacrosanto, ma deve prendere come dato di fatto che esiste un potere assodato e pervasivo e radicato ovunque (luoghi, corpi, relazioni) che prima di tutto mira ad autoconservarsi e ci riesce anche molto bene.
    Quindi bisogna considerare che l’intero sistema vada discusso, e da qui tutta la retorica del conflitto degli ultimi 100 anni.
    Infine credo che le passioni e le forze contraddittorie che abitano l’essere umano debbano essere comprese, tenute assieme. L’amore ma anche l’odio, la felicità ma anche la tristezza e la rabbia. E ovviamente non si puo’ più parlare di Stato. E non si puo’ parlare solo di manifestazioni. Quindi si va fuori tema con questo post.
    Pero’ ribadisco: le manifestazioni sono importanti, possono essere festose e piacevoli o anche devastanti e inquietanti, pero’ in questo momento di apatia totale danno anche un’idea più chiara di cosa voglia dire essere tanti ed essere uniti.

    1. Non discuto che ci sia un potere assodato e pervasivo e radicato ovunque, non lo discuto affatto, quello che discuto e quello su cui si basa la mia indagine speculativa al momento è questo: io come mi relaziono a questo potere? cosa faccio? come mi comporto? faccio qualcosa o mi lamento di quanto la gente dentro il parlamento faccia schifo e basta? di quanto siano tutti corrotti e tutti ladri? Comodo, molto comodo, come sono comode le parole, la verità è che noi non siamo affatto in grado di fare meglio dei vari personaggi che abitano il potere, la verità è che siamo noi, e con noi intendo l’insipida massa ma io e te che non siamo proprio capaci di potere essere al loro posto, e forse nemmeno ce lo meritiamo più di tanto quel posto lì dato che non sappiamo fare altro che criticare.
      Non mi piace quest’idea del palazzo alienato, è sicuramente colpa del palazzo se è lontano da me, ma sarà anche un po’ colpa mia, no? E’ sicuramente colpa di chi mi ha lasciato un sistema così odioso, ma sarà anche giunto il momento che io mi ribelli seriamente a questo o no?
      Non basta nascondersi dietro un dito, la verità è che a parte sputare sentenze sulla riforma Gelmini ad esempio, a parte averla letta ( chissà quanti l’hanno fatto?) non sono in grado di fare una proposta seria, e questa è una mia incapacità, e di questo sarà il caso di prendermi la responsabilità, andando un po’ oltre a questo loro, loro, loro. No, il punto è che io in realtà non ho alcuna idea concreta, seria. Quindi mi tengo la Gelmini e inizio a lavorare.

      Le manifestazioni sono perfette, sono espressione di democrazia e a volte espressione di un alto e sublime noi, non l’ho mai messo in discussione, non so quanto in questo momento storico vengano prese in considerazione, in fondo è due anni che si manifesta contro Mary Star non mi pare che sia cambiato molto. A cosa serve mi domando? E bada bene non è certo una domanda da persona disillusa o che si è stancata, mi domando davvero a cosa possa servire?
      Se i rettori delle università italiane, i ricercatori, i professori, e gli studenti si fossero messi d’accordo e avessero chiesto di aprire un tavolo di discussione con il ministro non sarebbe stato meglio? Non si poteva fare pressione su questo? Non sarebbe stato più utile?
      E’ questo che io contesto l’avere in testa un’obbiettivo, reale, non aria fritta, costruire insieme qualcosa per poi presentarla. Ne verrebbe fuori una cosa sicuramente migliore, probabilmente bella.

Lascia un commento